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TRACE THE FACE: ecco come la Croce Rossa di Torino aiuta i migranti a riabbracciare le loro famiglie

23 novembre 2021

“Possiamo aiutarti a trovare i tuoi cari”
È un messaggio di speranza quello che la Croce Rossa di Torino rivolge alle tante persone sparse nel mondo, lontane dalla propria famiglia e dai propri affetti.

Cos’è “Trace the Face Corner”
E' il totem allestito nella sede del Comitato della Croce Rossa di Torino di via Bologna per coloro che desiderano rintracciare i loro congiunti attraverso la pubblicazione e divulgazione delle loro foto. L’obiettivo? Far sì che il famigliare scomparso visualizzi la foto e possa contattare il parente, ristabilendo quel legame che le avversità della vita avevano momentaneamente spezzato.

Come funziona il corner della Croce Rossa
Utilizzare il totem è semplicissimo, in quanto il database - che racchiude più di 5.000 fotografie - è consultabile in diverse lingue e prevede diversi filtri per restringere il campo per cercare il proprio famigliare: età, nazionalità, sesso ....
Il totem, con l’affiancamento di un operatore, è disponibile il lunedì dalle 17 alle 19 e il martedì mattina dalle 10 alle 12.

“Questo progetto prevede la pubblicazione su poster, su un sito apposito e in questo corner, delle fotografie di migranti che hanno perso contatti con i loro famigliari in seguito ai movimenti migratori. Capita durante il viaggio verso l’Europa, ma anche con famigliari che sono rimasti nel paese d’origine” racconta Anna Marina Emprin Favero, referente Restoring Family Links Comitato Torino Croce Rossa.

I numeri dietro il dramma della separazione dalla famiglia
Per comprendere ulteriormente quanto sia importante aiutare i migranti nel non sentirsi soli, sono ben 21.984 le richieste caricate dal 2013 al luglio 2021. Dietro ogni numero vi è una persona con la sua storia, la sua sofferenza, la sua lontananza dalla famiglia e da ogni informazione sui suoi cari.
La maggior parte delle richieste riguarda casi di persone provenienti da paesi in guerra: Afghanistan, Iraq, Somalia, Siria ed Eritrea.
Una rete d’assistenza che funziona: nel 2019, infatti, sono 1.167 le persone assistite, 294 le richieste di ricerca aperte, 106 le telefonate effettuate ai famigliari, 36 i minori non accompagnati assistiti nella ricerca dei loro cari.

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